La Confcommercio chiede l’immediata accensione delle luminarie di Natale a Foggia

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14/12
2011

Oltre al danno la beffa: non c’è altro modo per i commercianti della città di commentare la situazione che si è venuta a creare sull’accensione delle luminarie nelle principali strade della città capoluogo. Nonostante i venti di crisi - e dopo il buio della scorso Natale – per queste festività d’intesa con l’Amministrazione comunale i commercianti avevano deciso di professare ottimismo puntando ad accendere di nuovo le strade del centro.

Una intesa che aveva portato gli operatori commerciali, pur nelle ristrettezze del momento, a  tassarsi per pagare l’installazione delle luci che poi, come consuetudine il Comune a proprio spese avrebbe provveduto ad accendere. Una intesa che l’organizzazione di categoria attraverso i propri CIV aveva sviluppato consegnando l’elenco delle vie  su cui i commercianti erano disponibili all’intervento.

Nonostante le lamentele e le sollecitazioni ora si scopre che la ditta che deve garantire la fornitura per l’illuminazione al Comune ha bisogno di almeno dieci giorni di tempo per provvedere all’allaccio. Nel frattempo ovviamente nelle strade l’atmosfera è assicurata solo dalle vetrine addobbate e dalle altre iniziative messe in campo dai commercianti impegnati a salvare una stagione a dir poco deludente in termini di incassi. L’installazione delle luminarie così si rivela di fatto una cosa del tutto inutile per i negozi e che avrà come conseguenza solo un ulteriore costo per i commercianti, già alle prese con una delle crisi economica più dure degli ultimi trent’anni.

«Non sappiamo e non ci interessa sapere chi è responsabile di questa inadempienza – ribadiscono dalla Confcommercio – ma il Sindaco ha il dovere di prendere in mano la situazione e trovare una soluzione. Il riscatto della città passa soprattutto attraverso la capacità di far funzionare le piccole cose.  Se, trovati con difficoltà i soldi, non si riesce nemmeno ad accende le luci di Natale per tempo vuol dire che forse a Foggia l’ottimismo della volontà deve lasciare il posto al pessimismo della ragione».