Confcommercio Foggia replica a SEL sul Report Turismo. Il confronto per essere serio deve basarsi sui dati.

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02/08
2016

“L’economia la si fa con i numeri e quelli difficilmente mentono. Non sappiamo il segretario provinciale di SEL a quali indagini e ricerche nazionali Confcommercio faccia riferimento, quella del nostro Centro Studi provinciale evidenzia incontrovertibilmente che in questi ultimi anni la provincia di Foggia, unica della Puglia, ha perso quote di mercato, pur rimanendo la prima destinazione regionale. L’attività messa in campo da PugliaPromozione, che pure per molti versi ha funzionato come abbiamo già evidenziato, ha finito con il produrre risultati sugli altri territori”. Con queste parole il presidente Confcommercio replica alla nota stampa diramata da SEL sul Report Turismo del Centro Studi Confcommercio Foggia.

“Così come – prosegue Gelsomino - suggeriamo sommessamente, se si vuole parlare con cognizione di causa, di leggere i dati dei report e non limitarsi a commentare alcune frasi estrapolate dai comunicati stampa. Forse si scoprirà che la Puglia “regina” del turismo, a consuntivo, si trasforma in una “piccola principessa” e che la “narrazione” non sempre combacia con la realtà, come sembra si siano accorti anche in assessorato. L’obiettivo del nostro studio è, e rimane, offrire spunti di approfondimento, riflessione e analisi, anche in contrapposizione dialettica, ma su dati e numeri certi. Certo per fare questo c’è bisogno di studio e impegno, mentre forse per qualcuno è più facile un confronto che si alimenti di polemiche, utile all’ottenimento di un po’ di visibilità, per non affrontare nel merito le questioni sollevate”.

Per sostenere quanto sinora affermato Confcommercio ribadisce che è sufficiente la tabella sui dati comparati 2008 -2015. Nel primo anno di riferimento la provincia di Foggia registra oltre 4milioni e 445 mila presenze, numeri che nel 2015 sono scesi 4 milioni 341mila, con un calo del 2,3%. Ancora più significativi i dati sugli arrivi che sono calati dell’11% passando da oltre 1milione a poco più di 900mila. Tutte le altre province pugliesi, invece, nello stesso periodo hanno fatto registrare incrementi tanto negli arrivi che nelle presenze. Secondo le argomentazioni di SEL, dunque, gli imprenditori garganici, motore del turismo pugliese come da tutti riconosciuto, sono improvvisamente diventati gli unici incapaci di cogliere le opportunità offerte dalle politiche di promozione.

“Più verosimilmente, – rimarca Gelsomino – quelle messa in campo è stata una politica che ha prodotto una redistribuzione dei turisti su tutta la regione, a discapito del Gargano. Un politica legittima e in parte riuscita, di cui però dobbiamo tutti essere consapevoli. Le motivazioni e le responsabilità che hanno portato a questi risultati, come ho già affermato, sono diverse e complesse, ma è innegabile che il Gargano, principale distretto turistico pugliese, non è stato supportato a sufficienza. E’ come se – conclude Gelsomino – avessimo messo in campo politiche di sostegno per i produttori di salotti,  favorendo la localizzazione delle aziende in provincia di Foggia o nel Salento”.