Il presidente Gelsomino risponde alla polemica aperta dal presidente di Confesercenti, Simone.

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23/07
2013

“Personalizzare la polemica con me forse serve al presidente Simone per darsi un tono. Peccato però che alle osservazioni ed alle obiezioni sollevate da Confcommercio in merito ai problemi legati alle procedure di rinnovo del Consiglio Camerale non sia stato in grado di dare alcuna risposta”. Damiano Gelsomino, presidente provinciale di Confcommercio, risponde alla polemica innescata dal presidente di Confesercenti, Carlo Simone. “Non mi sembra ci siano mie dichiarazioni in merito alla questione Camera di Commercio; forse però lo stile non appartiene alla Confesercenti.  Detto questo – prosegue Gelsomino - constato con piacere che il presidente Simone in un suo comunicato stampa, per quanto concerne i dipendenti delle aziende con cui concorre all’assegnazione dei seggi in Camera di Commercio, fa riferimento ai dati Inps. Peccato che lo stesso richiamo non si ritrovi nella documentazione ufficiale da lui firmata. In quelle carte, infatti, Confesercenti stessa dice che “il dato occupazionale  è stato acquisito direttamente presso le imprese associate tramite dichiarazione del loro legale rappresentante e che tale dichiarazione è stata resa verbalmente. Per quanto riguarda il numero delle aziende – prosegue Gelsomino - l’elenco consegnato da Confcommercio fa riferimento solo ed esclusivamente a quegli associati che sono iscritti all’organizzazione sulla base delle norme statutarie e di cui abbiamo presentato documentazione in sede di verifica. Vista poi l’esplicita richiesta di Confesercenti di: parlare con dati di fatto, non vedo quale migliore occasione di farlo se non con un bel Consiglio Camerale aperto al pubblico. A tal proposito giova rammentare che 12 consiglieri camerali hanno già richiesto la convocazione del consiglio straordinario in cui affrontare l’argomento del numero dei dipendenti dichiarati nell’ambito del procedimento di rinnovo allo scopo di fare chiarezza in modo definitivo ed inoppugnabile. La trasparenza non può che far del bene all’Ente, chiunque sia chiamato a rappresentarlo. Mi auguro che – conclude il presidente di Confcommercio – d’ora in avanti le eventuali divergenze di opinioni trovino modo di manifestarsi nella sede istituzionale opportuna. A meno che qualcuno non ritenga che fare attività sindacale a favore delle imprese oggi vuol dire avere qualche titolo in più sui giornali”.