MANOVRA, IL VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio (Dpb), ovvero l'architrave di quella che sarà la manovra finanziaria per il 2024 che dovrebbe ammontare a 27,2-27,3 miliardi. Lo si evince dagli interventi indicati dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che per le coperture della legge di bilancio ha indicato - oltre ai 15,7 miliardi di extra-deficit autorizzati dal Parlamento - si sono reperiti 5 miliardi da tagli di bilancio, 2,5-2,6 di rimodulazioni spese anticipate al 2023 e 4 dal fondo per la riduzione fiscale. Entrando ulteriormente nel dettaglio il ministro ha spiegato che 10 miliardi sono stati destinati alla conferma del taglio del cuneo, 4,5 all'accorpamento delle aliquote Irpef, 5 al rinnovo dei contratti della Pa e altre risorse per la guerra in Ucraina e il rifinanziamento delle missioni all'estero (1,2 miliardi circa); c'è poi il rifinanziamento degli sgravi su fringe e premi di produttività.
Taglio al cuneo
Il piatto grosso della manovra 2024 è la conferma del taglio al cuneo per i redditi medio bassi che, secondo i dati Inps, interessa oltre 14 milioni di lavoratori dipendenti. Il taglio del cuneo è una misura già sperimentata dal 2022 dal Governo Draghi, potenziata poi con tre successivi interventi. Si tratta anche della misura più costosa: vale circa 10 miliardi. L’attuale versione del taglio del cuneo prevede una riduzione del 7% dei contributi a carico dei lavoratori (che ammontano a circa il 9% della retribuzione imponibile) per chi ha una paga annua lorda fino a 25mila euro, e del 6% per chi ha invece una paga lorda compresa fra 25mila e 35mila euro. È, in pratica, la versione del taglio rafforzata con il decreto Lavoro (Dl 48/2023): è in vigore per i periodi di paga dal 1° luglio scorso e senza la manovra finirebbe il prossimo 31 dicembre. Tutto questo si dovrà poi legare dall’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, entrambe le misure prorogate solo per il 2024.
Premi di produttività
In manovra si punterà poi a rafforzare lo strumento del welfare aziendale, in chiave di incremento dei salari e della competitività delle aziende. Il ministro Calderone ha lasciato intendere di voler “sostenere” alcuni interventi più di altri, come la sanità integrativa e la long term care. La conferma della tassazione al 5% per i premi di produttività resta confermata per somme fino a 3mila euro (sembra perdere quota l’ipotesi, sostenuta da una larga fetta della maggioranza di salire a 6mila) e per i lavoratori fino a 80mila euro di reddito.
Fringe benefit
Sui fringe benefit il punto di caduta è stato raggiunto indicando un tetto massimo di 2mila euro per i lavoratori con figli, che scende a mille euro per tutti gli altri lavoratori.
Niente incentivi, arriva una maxi deduzione
Sul fronte occupazione non dovrebbero più essere rinnovati gli attuali sgravi su giovani e donne. Arriva una maxi deduzione per chi assume a tempo indeterminato: una super deduzione 120% per assunzioni tempo indeterminato, che sale al 130% per chi stabilizza mamme, under30, soggetti con invalidità ed ex percettori del Rdc .
"Manovra necessariamente sobria e prudente in considerazione di uno scenario geopolitico e congiunturale difficile ed esposto a rischi di peggioramento". Questo il primo commento di Confcommercio sulla manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri. Secondo la Confederazione, "spiccano, a contrasto dell’impatto dell’inflazione sui livelli di reddito bassi e medio-bassi, gli interventi in materia di riduzione del cuneo contributivo e fiscale con il debutto, tra l’altro, di un sistema IRPEF a tre aliquote. Si tratta, però, di misure limitate al solo 2024 e che, in prospettiva, andranno rese strutturali". "Quanto alla “no tax area” – prosegue la nota - si procede all’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e redditi da pensione. Ma, progressivamente, bisogna equiparare la soglia di incapienza anche per i lavoratori autonomi ed i piccoli imprenditori. Positivi, inoltre, l’esordio della rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per lavoratori autonomi e imprenditori, la maggiore deduzione IRES ed IRPEF per le nuove assunzioni, l’innalzamento del tetto dei fringe benefit". "In materia di lavoro, bene il sostegno del welfare aziendale e della contrattazione di produttività: le misure andranno però rese strutturali. Resta poi l’esigenza di interventi in materia di detassazione degli incrementi salariali definiti in sede di rinnovo dei CCNL". "Di rilievo, infine – conclude Confcommercio - l’introduzione della “global minimum tax” per i gruppi di imprese multinazionali perché segue l’approccio comune, già condiviso a livello OCSE e G20, di una riforma delle regole fiscali internazionali che consenta di ridurre le distorsioni dovute ai differenti livelli di tassazione nei Paesi".