L’IDEA DI CONFCOMMERCIO SUL RECOVERY PLAN
Enrico Postacchini, in rappresentanza di Confcommercio ha tenuto un'audizione nelle commissioni Bilancio e Politiche Ue al Senato sul tema del Recovery plan.
“Nelle Linee Guida del PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo ha trasmesso al Parlamento si indicano tre linee strategiche, nove direttrici di intervento, quattro sfide, sei missioni, comunque da realizzare attraverso innumerevoli progetti che devono incardinarsi nel binomio investimenti-riforme, declinati poi in ulteriori sei politiche di supporto. Tenendo conto – ha osservato Postacchini - che tutto questo va reso coerente con le Linee Guida della Commissione europea, con le politiche identificate nel semestre europeo e con il Piano nazionale di Riforma, Confcommercio sottolinea la necessità e l’urgenza che l’esecutivo predisponga un documento chiaro e sintetico quale traccia preliminare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tale da garantirne la più ampia conoscenza e condivisione”.
“Le Linee Guida incorporano, sotto il profilo programmatico, le risultanze del Piano di Rilancio, elaborato sulla base delle conclusioni del Comitato Colao, del giugno scorso, dal quale emergono condivisibili obiettivi: dalla completa digitalizzazione del Paese a partire dalla PA, alla realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali, dalla sostenibilità ambientale alla transizione ecologica, passando per il potenziamento degli investimenti in istruzione, formazione e ricerca, fino ad approdare a un ordinamento giuridico più moderno ed efficiente. Confcommercio, come detto, condivide questi obiettivi strategici”.
Secondo Postacchini “in primo luogo è opportuno tracciare un quadro di priorità che deve enfatizzare il ruolo degli investimenti pubblici e degli incentivi allo stimolo degli investimenti privati, anche attraverso il rafforzamento del ruolo degli investitori istituzionali. Investimenti prima e soprattutto, quindi, perché consentono una maggiore crescita strutturale”. “Si pensi poi – ha aggiunto -all’altro tema dell’eliminazione dei “sussidi ambientalmente dannosi”: il combinato con il già menzionato spostamento della tassazione “dalle persone alle cose” sembrerebbe condurre a incrementi della tassazione, l’opposto di cui si ha bisogno, visto che l’esito sarebbe dannoso in termini di equità ed efficienza”.
“Le Linee Guida indicano il turismo come settore strategico mentre dispiace rilevare che la parola “commercio” vi compaia una sola volta, a proposito di presunte restrizioni alla concorrenza. L’accoppiata manifattura-esportazioni, più volte enfatizzata come driver di sviluppo economico e oggetto di comprensibile attenzione del Piano Nazionale, non deve indurre a trascurare, ad esempio, la prolifica e durevole unione tra servizi turistici in senso lato ed esportazioni di servizi, che contribuisce all’attivo della bilancia dei pagamenti per oltre 22 miliardi di euro correnti per la sola parte di turismi attivi, peraltro senza quella instabilità ciclica che affligge, invece, altri settori esportatori netti. Così come avviene per la cultura, il cui ruolo è accennato in più passaggi senza, però, evidenziarne la concreta valenza economica, non solo identitaria, data dalle migliaia di attività che ne fanno impresa”.
“Le Linee Guida – ha sottolineato Postacchini - declinano poco, troppo poco, il legame decisivo tra innovazione e micro, piccole e medie imprese: un tema rilevantissimo, atteso che il 20% delle risorse dei Piani Nazionali dovrà essere destinato ad alimentare il pilastro della digitalizzazione dell’economia. Inoltre non si fa alcuna menzione nei documenti oggetto di analisi del mondo delle professioni. Insomma, mentre si paventa una recrudescenza della pandemia e si lavora per il benessere delle prossime generazioni, è opportuno tenere conto anche delle incerte prospettive di quella presente”.