CORONAVIRUS, LE FAQ DI CONFCOMMERCIO (per DPCM 11 marzo 2020)

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16/03
2020

faq-FAQDopo a chiusura di tutte le attività di non necessaria utilità, molti associati ci hanno posto delle domande. 

Ecco le risposte: 

I mercati rionali alimentari e gli ambulanti alimentari possono rimanere aperti?
L'art. 1, n. 1, del DPCM specifica che "sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari". Quindi i mercati rionali possono operare, sempre garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro per i soli generi alimentari. La FIVA ritiene, inoltre, che possano continuare a esercitare l'attività in forma itinerante coloro che vendono prodotti alimentari.

Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Si possono fare le consegne e i montaggi già programmati, tenendo chiuso il negozio? 
Il DPCM, all'art. 1, n. 1), sospende "le attività commerciali al dettaglio" ad eccezione di quelle che vendono generi alimentari e di prima necessità individuate nell'allegato 1. L’attività di trasporto, consegna e montaggio, se riferita ad ordini chiusi prima del 12 marzo, può essere effettuata nel rispetto delle raccomandazioni di cui all'art. 1, n. 7), per quanto riguarda l'adozione di protocolli anti-contagio e l'impiego di strumenti di protezione individuale (guanti e mascherine).

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Le piadinerie che sono artigiani alimentari che hanno anche il commercio al dettaglio, possono rimanere aperte?
Fatte salve le specifiche eccezioni previste dall'art. 1, n. 2), le attività dei servizi di ristorazione, comprese le piadinerie, sono sospese, ma possono effettuare consegne a domicilio. La raccolta degli ordini deve avvenire con modalità che evitino il contatto con la clientela (es. telefono o internet).

Ulteriore accortezza dovrà poi aversi riguardo alla consegna al domicilio del cliente se effettuata direttamente dall'azienda che ha preparato il pasto e non da aziende terze. Nel primo caso infatti l'azienda dovrà avere cura che il proprio personale sia dotato di strumenti di protezione individuale (mascherine e guanti). Nel secondo caso, l'azienda committente dovrà comunque essere garantita relativamente al rispetto delle prescrizioni di sicurezza igienico sanitarie da parte di chi effettivamente consegnerà il pasto.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

I negozi che vendono cialde per caffè possono rimanere aperti?
L'attività di commercio al dettaglio di cialde per caffè rientra tra le attività di "Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati", di cui ai codici ATECO 47.2, espressamente consentite in quanto elencate nell'allegato 1 al DPCM. Infatti, con il codice 47.29.20, sono censite le attività di "commercio al dettaglio di caffè torrefatto". È opportuno, tuttavia, verificare che il codice ATECO attribuito all'attività corrisponda.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Gli alberghi devono chiudere?
Il DPCM non prevede l'obbligo di sospensione delle attività degli alberghi.

— Fonte Federalberghi, circolari n. 74 e n. 75 del 2020

I negozi che vendono carne o solo frutta o solo pesce possano restare aperti?
Le attività di commercio al dettaglio di carne, frutta o pesce rientrano tra le attività di "Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati", di cui ai codici ATECO 47.2, espressamente consentite in quanto elencate nell'allegato 1 al DPCM.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Posso entrare in negozio chiuso per mettere in sicurezza la merce e l’attività stessa?
Sì poiché tale attività rientra nell'ambito dell'esigenza lavorativa/stato di necessità. Posso accedere al negozio per attendere consegna di pacchi considerato che si tratta di preziosi?
Sì se si tratta di attività già avviate prima del DPCM poiché rientra tra le esigenze lavorative/stato di necessità. Se invece si tratta di attività avviate dopo, a meno di urgenze dimostrabili, è opportuno rinviarle.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Chi può rimanere aperto ha l'obbligo o la facoltà di farlo? 

Dipende dal tipo di attività svolta. Per esempio i tabaccai sono concessionari dello Stato e, come le farmacie, non possono chiudere a piacimento. La FIT sta comunque lavorando per ottenere disposizioni più flessibili in questo momento così particolare. Le altre attività comprese nell'allegato 1, possono invece decidere liberamente se restare aperte o meno. 

— Fonte Confcommercio

I negozi aperti devono attenersi ai soliti orari?

I negozi che rimangono aperti possono seguire i soliti orari di apertura e chiusura. Non ci sono limitazioni all'orario nel DPCM, salvo diverse disposizioni dei sindaci dei Comuni

— Fonte Confcommercio

Medie e grandi strutture possono restare aperte sabato e domenica?
Limitatamente alla vendita dei generi alimentari e di prima necessità. Resta fermo il rispetto dell’obbligo della distanza di sicurezza interpersonale di 1 metro.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Gli esercizi di somministrazione posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo strade ed autostrade e nelle stazioni ferroviarie e aeroporti possono restare aperti senza limiti di orari?
Sì, possono rimanere aperti senza limiti di orario ma continuando a rispettare l’obbligo della distanza di sicurezza interpersonale di 1 metro ed eventuali altri obblighi (es. per la vendita di alcolici).

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

I fioristi devono chiudere?
Secondo la formulazione del decreto, sono consentite solo le attività commerciali al dettaglio espressamente incluse nell'allegato 1 1. Le attività che, sulla base della loro classificazione ATECO, rientrano nella categoria del "Commercio al dettaglio di fiori e piante" non sono menzionate e quindi devono ritenersi sospese.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

I vivaisti possono rimanere aperti?
Il DPCM, all'art. 1, n. 1), sospende "le attività commerciali al dettaglio" ad eccezione di quelle che vendono generi alimentari e di prima necessità individuate nell'allegato 1. Pertanto, le attività che non si configurano come "commerciali al dettaglio", anche nel caso in cui possano vendere al pubblico, non sono sospese. Nel caso dei vivai, quindi, sono consentite le attività di natura agricola (anche per connessione, inclusa la vendita diretta) e non commerciale.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Le rivendite al dettaglio di materiali edili devono chiudere?
Secondo la formulazione del decreto, sono consentite solo le attività commerciali al dettaglio espressamente incluse nell'allegato 1. Le attività che, sulla base della loro classificazione ATECO, rientrano nella categoria del "Commercio al dettaglio di materiali da costruzione, ceramiche e piastrelle" non sono menzionate e quindi devono ritenersi sospese.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Imprese di pulizie in teoria chiuse. Ma loro funzione è anche di mantenimento dell’igiene in attività che sono aperte. Quindi che fare?
Il DPCM 11 marzo dispone la sospensione delle attività inerenti i servizi per la persona diverse da quelle individuate nell'allegato 2. Si tratta delle attività classificate con il codice ATECO 96. Tuttavia, le attività di servizi per edifici e paesaggio, tra le quali dovrebbe rientrare l'attività delle imprese di pulizie, sono contemplate al differente codice ATECO 81.2 e, pertanto, devono potersi considerare ammesse. È opportuno, tuttavia, verificare che il codice ATECO attribuito alle attività in questione corrisponda.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Posso svolgere, purché chiusi al pubblico, lavori artigiani all’interno o manutenzione oppure inventario?
Sull'inventario non ravvisiamo ostacoli (trattasi sempre di esigenza lavorativa), per quanto riguarda eventuali lavori, esclusi quelli urgenti (infiltrazioni, ecc.) che rientrano nello stato di necessità, sarebbe preferibile, oltre che coerente con la ratio del provvedimento, rinviarli.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Posso effettuare consegne per conto proprio o tramite corrieri?
Sulle consegne a domicilio abbiamo sottoposto uno specifico quesito alla Presidenza del Consiglio dei MInistri. Nonostante l'orientamento restrittivo sugli spostamenti (cfr. FAQ relative agli SPOSTAMENTI sul sito protezione civile), anzi proprio a maggior ragione, la riteniamo possibile fatta salva l'osservanza delle norme di sicurezza igienico-sanitarie ma occorre un chiarimento ufficiale.

Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

In base alle nuove norme, devo chiudere il mio esercizio posto in un’area di servizio stradale/autostradale/ferroviaria/aeroportuale?
Ai sensi dell’art. 1 p.to 2) del DPCM dell’11 marzo 2020, si prevede che restino aperti, senza limiti di orario, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all'interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Le erboristerie possono restare aperte?
Sì, le erboristerie possono rimanere aperte poiché non rientrano tra le attività commerciali sospese dal DPCM 11 marzo.

— Fonte Confcommercio, Settore Commercio e legislazione d’impresa

Quali sono gli obblighi oggi applicabili ai pubblici esercizi? E per le discoteche?
Con il DPCM dell’11 marzo 2020 è stata prevista la sospensione delle attività dei servizi di ristorazione, tra cui bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie. Inoltre, per le disposizioni che non risultano incompatibili, permane il regime normativo previsto dal DPCM dell’8 del 9 marzo 2020, ragione per cui è ancora efficace la sospensione di ogni attività nelle discoteche e locali assimilati lungo tutto il territorio nazionale.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

È consentito il delivery? 
Il DPCM dell’11 marzo 2020 ha espressamente confermato quanto già era stato ottenuto dalla Federazione, per cui l’attività di ristorazione con consegna a domicilio “resta consentita […] nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto”; pertanto, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che dovessero decidere di esercitare (o di continuare ad esercitare) tale attività – effettuando, peraltro, un servizio davvero importante per i cittadini che sono costretti a rimanere nelle proprie abitazioni - non potranno/dovranno essere sanzionati. È bene, inoltre, precisare che l’attività di delivery non è soggetta ad alcuna restrizione oraria. Resta fermo che dovrà esser cura di chi organizza l’attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente ovvero una cd. piattaforma di delivery – evitare che il momento della consegna preveda contatti personali.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Sono un ristorante e ho deciso di assicurare la consegna a domicilio, come posso dimostrare che il cuoco si sta recando nel mio esercizio per lavorare?
Il datore di lavoro può consegnare una dichiarazione scritta al dipendente, in cui si afferma che quest’ultimo è impiegato presso il proprio esercizio. In ogni caso, il lavoratore si deve essere in grado di provare le ragioni che giustificano uno spostamento, e quindi esigenze lavorative, anche mediante autodichiarazione resa su moduli in dotazione alle forze dell'ordine.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Ci sono novità con riferimento alle mense?
Le nuove norme prevedono che non siano sospese le mense e il catering continuativo su base contrattuale, sempre che sia garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Ho un’azienda di catering, posso continuare ad esercitare la mia attività?
No se l’azienda svolge attività di catering per eventi (codice ATECO 56.21), in quanto la normativa prevede esclusivamente la prosecuzione dei catering di tipo continuativo su base contrattuale (codice ATECO 56.29.20), vale a dire la fornitura di pasti preparati sulla base di accordi negoziali stipulati con il cliente (ad es. catering aereo, ospedali) per uno specifico periodo di tempo.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Come devono comportarsi le attività di somministrazione di alimenti e bevande che siano anche in possesso della licenza di rivendita ordinaria di tabacchi?
Dovranno necessariamente chiudere l’area asservita alla somministrazione (e quindi sospendere la relativa attività), potendo invece continuare ad esercitare l’attività di rivendita di tabacchi.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Per gli esercizi che possono restare aperti, con riferimento all’obbligo di garantire la distanza di sicurezza di un metro, è sufficiente affiggere un cartello ove si ricorda ai clienti di rispettare tale distanza?
No. È necessario adottare tutti gli accorgimenti necessari per far sì che i clienti possano rispettare la distanza di un metro (es. distanziare i tavoli, contingentare gli ingressi ecc.).

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Fino a quando rimarranno in vigore le nuove norme?
Le nuove misure riguardano l’intero territorio nazionale e sono in vigore dal 12 al 25 marzo 2020, salvo diversa disposizione.

— Fonte Fipe, Ufficio legislativo

Il ristorante e il bar dell'albergo devono chiudere?
No. Possono rimanere aperti per somministrare alimenti e bevande esclusivamente in favore dei propri clienti e nel rispetto di tutte le precauzioni di sicurezza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dell’8 marzo 2020.

— Fonte Federalberghi, circolare n. 75 del 2020 - Presidenza del Consiglio dei ministri, FAQ Turismo

Gli alberghi possono sospendere la propria attività?
Resta ferma, per le strutture ricettive che vi abbiano interesse, la possibilità di decidere autonomamente di osservare un periodo di chiusura, nel rispetto delle norme e delle procedure vigenti.

— Fonte Federalberghi, circolare n. 75 del 2020

Cosa prevede il decreto per gli spostamenti per turismo?
Sull’intero territorio nazionale gli spostamenti per motivi di turismo sono assolutamente da evitare. I turisti italiani e stranieri che già si trovano in vacanza debbono limitare gli spostamenti a quelli necessari per rientrare nei propri luoghi di residenza, abitazione o domicilio. Poiché gli aeroporti e le stazioni ferroviarie rimangono aperti, i turisti potranno recarvisi per prendere l'aereo o il treno e fare rientro nelle proprie case. Si raccomanda di verificare lo stato dei voli e dei mezzi di trasporto pubblico nei siti delle compagnie di trasporto terrestre, marittimo e aereo.

— Fonte Presidenza del Consiglio dei ministri, FAQ Turismo


Si può venire in vacanza in Italia?
Al momento no. Occorre evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio nazionale, nonché all’interno del medesimo territorio, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute; è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Pertanto fino al 3 aprile 2020, senza i comprovati motivi, nessuno può entrare in Italia, uscire dall’Italia, o spostarsi all’interno dell’Italia.

— Fonte Federalberghi

Devo accertare i motivi di viaggio del cliente che chiede alloggio?
Non compete alla struttura turistico-ricettiva la verifica della sussistenza dei presupposti che consentono lo spostamento delle persone fisiche.

— Fonte Presidenza del Consiglio dei ministri, FAQ Turismo

Devo accertare se il cliente proviene da zone a rischio epidemiologico, o se è soggetto a quarantena, o se ha la febbre?
Non compete alla struttura turistico-ricettiva la raccolta di informazioni sugli ultimi spostamenti, sulla presenza di sintomi influenzali, o su altre vicende relative alla sfera privata del cliente

— Fonte parere del Garante Privacy (doc-web 9282117 del 2 marzo 2020)

Quali misure igienico sanitarie occorre adottare?
Federalberghi ha predisposto un volantino in lingua italiana e lingua inglese, che illustra la conoscenza delle misure di prevenzione igienico sanitaria previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il volantino è stato pubblicato sulla newsletter Faiat flash, che è stata inviata a 28.000 imprese.

— Fonte Federalberghi, circolare n. 72 del 2020

Cosa accade per gli adempimenti e il pagamento dei contributi sociali dei dipendenti?
Per le imprese turistico-ricettive i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi INAIL sono sospesi fino al 30 aprile 2020.

— Fonte Federalberghi, circolari n. 54 e n. 79 del 2020 · INPS, circolare n. 37 del 2020

Le chiusure giornaliere all’agenzia dell’entrate devono essere fatte regolarmente anche con albergo chiuso?
In relazione ai periodi di chiusura dell’esercizio commerciale, l’esercente non dovrà effettuare alcuna registrazione sul Registratore Telematico. Sarà quest’ultimo che, al momento della prima trasmissione dei corrispettivi della giornata di apertura, comunicherà le giornate di chiusura.

— Fonte Guida dell’agenzia delle entrate “Scontrino elettronico” – ottobre 2019

In caso di calo di lavoro, si possono utilizzare i periodi di ferie o di permesso dei dipendenti?
Sì. I provvedimenti del Governo raccomandano ai datori di lavoro di promuovere la fruizione dei periodi di congedo ordinario e di ferie da parte dei dipendenti.

Fonte Federalberghi, circolare n. 75 del 2020 (articolo 1, punto 7, lettera b), decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020)

Le imprese turistico-ricettive possono fare ricorso agli ammortizzatori sociali?
Sì. Le imprese alberghiere con più di cinque dipendenti hanno diritto ad accedere alle prestazioni del Fondo di integrazione salariale (FIS) per il sostegno al reddito dei dipendenti sospesi a causa del calo di attività dovuto all’epidemia.

— Fonte Decreto ministeriale 3 febbraio 2016, n. 94343

È previsto qualche ammortizzatore sociale per le imprese che hanno meno di cinque dipendenti?
È in via di adozione una misura che prevede l’accesso alla cassa integrazione in deroga per la generalità dei datori di lavoro.

— Fonte Federalberghi

Cosa è lo smartworking?
Lo smartworking è una modalità di lavoro che prevede la possibilità di lavorare anche all’esterno dell’azienda, con l’utilizzo di strumenti tecnologici (pc portatile, tablet, smartphone, etc), nel rispetto dei limiti di orario fissati dalla legge e dai contratti.

— Fonte Legge 22 maggio 2017, n. 81 - art. 18

Come si attiva lo smartworking?
Fino al 31 luglio 2020 è possibile ricorrere allo smartworking per ogni tipologia di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali previsti dalla legge. Per quanto riguarda gli obblighi di comunicazione, il Ministero del lavoro ha reso accessibile una procedura semplificata che consente il caricamento, con un unico flusso, di comunicazioni relative a più lavoratori.

— Fonte Federalberghi, circolare n. 47 del 2020

Quali sanzioni sono applicabili nel caso di mancato rispetto delle disposizioni di contenimento contenute nei decreti del Presidente del Consiglio?
Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento imposte per contrastare il diffondersi del virus COVID-19 è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 206 (articolo 650 del codice penale). I gestori di pubblici esercizi (tra i quali rientrano anche gli alberghi) o di attività commerciali rischiano inoltre la chiusura dell'esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. La sanzione è irrogata dal Prefetto.

Fonte Federalberghi, circolare n. 73 del 2020 (decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6, articolo 3)

Ci sono differenze all'interno del territorio nazionale?
No. Per effetto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo, le regole sono uguali su tutto il territorio nazionale e sono efficaci dalla data del 10 marzo e sino al 3 aprile

— Fonte Presidenza del Consiglio dei ministri, FAQ Zone interessate